La pratica della pacciamatura consiste nell'applicare una copertura organica al terreno dell'appezzamento. Materiali diversi possono essere utilizzati per questa copertura, con conseguenze pratiche diverse. Gli obiettivi attesi della pacciamatura (1) sono:
Nel contesto del cambiamento climatico, la pacciamatura applicata ai filari o all'intero appezzamento può aiutare a ridurre lo stress idrico limitando l'evaporazione, trattenendo così l'umidità del suolo e migliorando le infiltrazioni d'acqua durante eventi piovosi rari (limitando la formazione di una crosta impermeabile del suolo).
Diversi materiali organici possono essere usati quali pacciamanti:
I benefici della pacciamatura rimangono fortemente legati al tipo di biomassa utilizzata (più o meno ricca di carbonio, azoto o minerali), e al contesto culturale. Le quantità da apportare sono importanti per ottenere una copertura di almeno 5 cm, dalla quale ci si può attendere di limitare lo sviluppo delle infestanti (5). È quindi necessario sostenere il costo della biomassa stessa oltre a quello dell'operazione di incorporazione nel vigneto. Il materiale pacciamante, se non idoneo, può anche generare erbe infestanti o costituire un rifugio per diversi organismi parassiti. Inoltre, mantenere l'umidità sotto la fila può favorire lo sviluppo di malattie fungine.
La pacciamatura di solito va di pari passo con l'implementazione di tecniche di coltivazione semplificate o addirittura di riduzione estrema nell’uso della manodopera. I contributi più generali alla conservazione del suolo o al ripristino a lungo termine della materia organica e della biodiversità sembrano essere più sostanziali.
Riferimenti: